Ciao da Simone.
La faccio semplice:
mi occupo di consulenza sulle transizioni di carriera dal 2009.
Ho tenuto centinaia di corsi e speech e lavorato individualmente con più di 1200 persone.
Dal 2012 faccio coaching individuale con gli studenti Bocconi che fanno parte di un programma di eccellenza per risultati ottenuti e capacità.
E in tutti questo tempo ho visto solo due modi in cui una persona può scegliere un lavoro o fare una transizione di carriera.
Uno è fare un cambiamento in cui la persona dice a se stesso ‘Vado a fare questo lavoro in cui miglioro alcune cose e un giorno potrò finalmente fare quello che mi dà soddisfazione’
L’altro è quello in cui dice ‘Cambio lavoro per andare a fare adesso quello che mi dà soddisfazione’.
Per i primi, la narrativa in cui sono immersi è quella del miglioramento incrementale.
Magari se ne vanno dal vecchio lavoro perché non sopportano il capo, o perché guadagnano poco o perché la sede è lontana da casa.
Hanno un ‘non voglio’ bello grosso e cambiano per eliminarlo.
L’altro modo è quello in cui sentono che in quel momento quello che vanno a fare è l’attività più allineata a loro in quel momento. Poi magari cambierà, ma in quel momento c’è un senso di completezza e di direzione molto chiaro per loro.
Questa distinzione tra scegliere partendo da cosa non vuoi (cambio lavoro perché non mi piace x,y e z) o da cosa vuoi (voglio andare a fare esattamente questo lavoro in questa azienda) potrebbe sembrarti di poco conto invece determina la maggior parte dei nostri comportamenti e delle nostre decisioni professionali.
Capiamoci: sono uno con i piedi per terra e ho un approccio molto realistico alla professione… ho fatto diversi lavori dopo la laurea (trovi qualcosa su di me qui) e so bene che arrivare al proprio ‘lavoro perfetto’ è un processo che dura anni, non un semplice cambiamento di lavoro perché quello vecchio non ti piace più.
Allo stesso tempo quello che ho osservato è che i migliori professionisti che ho incontrato sono anche le persone più allineate, realizzate e autentiche in quello che fanno.
In poche parole non è che ‘fanno’ un lavoro distinto da chi sono… ma il lavoro che fanno rispecchia la loro identità.
È un processo che prende tempo e richiede decisioni e comprensione della realtà ad un diverso livello. Ma è proprio quello che posso aiutarti a fare.
Uno dei momenti in cui potrai farlo è il 5 giugno a Verona
https://www.simonepacchiele.com/resonance-start/
Dove potrai avere anche la copia cartacea del libro Il Lavoro Perfetto.
Ti aspetto.
Simone
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