Qualche tempo fa ho ascoltato una intervista ad una donna avvocato (Giuditta Russo) che, prima di essere costretta ad abbandonare la professione, ha vinto praticamente tutte le cause che i suoi clienti le hanno affidato.
Mi chiederai: perché se vinceva tutte le cause è stata costretta ad abbandonare la professione di avvocato?.
Perché Giuditta non aveva la laurea.
Come ha fatto?
Oltre ovviamente al fatto di… riuscire a farsi credere avvocato…era semplicemente MOLTO brava a fare il suo lavoro.
Non dico che abbia fatto bene. Ed alla fine la donna si è autodenunciata perché non ce la faceva più a sostenere la recita.
Però riconosco un trend, una tendenza: quello che sta iniziando ad essere davvero importante, e che lo sarà sempre più in futuro, sono le abilità e le attitudini piuttosto che i titoli.
(Adesso, tra l’altro, la donna è consulente legale di Assoimprese)
D’altra parte, ci sono paesi europei in cui chi agisce come rappresentante o consulente in un procedimento giudiziario non deve necessariamente essere un avvocato.
Per rappresentare una persona in tribunale, i requisiti non consistono quindi nel possesso del titolo professionale di avvocato, ma nella competenza e l’attitudine.
Stiamo andando in quella direzione, ci arriveremo prima o poi anche noi.
E’ un paradigma professionale completamente nuovo e sconosciuto alla maggior parte delle persone quello che sta emergendo.
E questo nuovo paradigma professionale ha delle regole e delle strategie nuove che favoriscono o sfavoriscono il successo professionale e personale. E sono regole e strategie DIVERSE da quelle che funzionavano prima.
E tu cosa ne pensi?
Lascia un commento